Allarme siccità, chiuse le fontane pubbliche a Crespadoro per evitare sprechi

Acque del Chiampo | Allarme siccità, chiuse le fontane pubbliche a Crespadoro per evitare sprechi

23/03/2022

Allarme siccità, chiuse le fontane pubbliche a Crespadoro per evitare sprechi

A causa dell’assenza prolungata di piogge e di precipitazioni nevose che hanno creato criticità nella gestione della rete, Acque del Chiampo ha chiuso 13 fontane pubbliche a Durlo (9 fontane) e Campodalbero (4 fontane) nel territorio comunale di Crespadoro per evitare sprechi

Le fontane dell’alta valle collegate all’acquedotto si trovano all'interno delle varie contrade ed hanno un importante valore storico e culturale soprattutto per i residenti. L'acqua che fuoriesce non è altro che lo sfioro delle sorgenti: viene recuperato ciò che altrimenti andrebbe disperso nell’ambiente, rendendolo quindi disponibile a chi beneficia della fontana. 

Le fontane sono sempre attive se dalle sorgenti dell'acquedotto esce acqua in eccesso rispetto a quella che potrebbe servire per l’acquedotto. Quando, a causa della mancanza di piogge e neve, diminuisce l’acqua disponibile dalle sorgenti e non c’è più quindi quella parte in eccesso rispetto alla portata dell’acquedotto, le fontane allora vengono temporaneamente chiuse per preservare la risorsa idrica ed il servizio di acquedotto.

Inoltre, la società sta monitorando costantemente tutte le sorgenti che alimentano i Comuni di Crespadoro, Altissimo, Nogarole Vicentino, San Pietro Mussolino e le località Conche, Pugnello e Calvarina ad Arzignano. 

Per fronteggiare la situazione, da Acque del Chiampo è stata anche inviata una lettera a tutti i sindaci dei Comuni soci con la richiesta di valutare l’opportunità di eventuali provvedimenti per limitare l’utilizzo dell’acqua potabile per usi non essenziali.

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Dal Bollettino Straordinario "Risorsa Idrica" di Arpav del 15 marzo 2022

"Nei primi 15 giorni di marzo non si sono verificate precipitazioni significative. I modestissimi apporti localmente registrati dai pluviometri delle stazioni sono prevalentemente determinati da fenomeni di condensazione dell’umidità. Se anche nella seconda metà del mese non dovessero verificarsi precipitazioni significative questo marzo potrebbe diventare il più scarso di apporti dal 1994, meno del 2003 (6.8 mm come valore medio in Veneto), del 1998 (8.0 mm) e dello scorso 2021 (8.2 mm)".

"L'andamento delle falde nella prima metà di marzo mostra un trend di diminuzione in continuità con quanto osservato nelle settimane precedenti. Particolarmente critica è la situazione nell’alta pianura tra Brenta e Piave e in alcune stazioni di bassa pianura dove i livelli sono piuttosto simili a quelli del 2017 (il minimo per il periodo degli ultimi 20 anni di osservazioni)".

https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/acqua/file-e-allegati/bollettini/risorsa-idrica/2022/Bollettino%20n.%20357%20del%2015%20marzo%202022.pdf